Cos’è lo sharenting e perché può essere pericoloso?
La parola sharenting indica la tendenza dei genitori a postare foto e video dei propri figli sui social, pratica che, di fatto, ha non poche ripercussioni sulla privacy dei minori e, talvolta, ne può mettere a rischio la sicurezza.
Queste caratteristiche dello sharenting lo rendono un’attività da monitorare con attenzione, soprattutto quando a essere coinvolti sono gli adolescenti. I bambini molto piccoli, infatti, non sono consapevoli della propria identità digitale , mentre i teenagers potrebbero temere le conseguenze di questa attività sulla propria vita, sociale non.
Ma perché i genitori condividono la vita dei propri figli sui social? Le motivazioni possono essere diverse: dall’orgoglio personale al divertimento.
Una sorta di vetrinizzazione sociale, così come l’ha definita il sociologo Vanni Codeluppi nel libro “La vetrinizzazione sociale. Il processo di spettacolarizzazione degli individui e della società”, una sorta di “Grande Fratello” in cui siamo tutti coinvolti.
In particolare, molti adolescenti sono preoccupati da questa attività perché conoscono perfettamente l’impatto e l’importanza della loro web reputation che i genitori, loro malgrado, contribuiscono a creare e alimentare. Questo genera in loro ansie e insicurezze, per la paura di essere giudicati dai propri coetanei, di subire atti di cyberbullismo o temono che questo possa ripercuotersi in futuro sulla loro immagine sociale.
Per questo è importante lavorare sui genitori, in modo che siano consapevoli dei reali rischi dello sharenting.
Infine, oltre al tema della privacy, va considerato anche quello legato alla sicurezza: spesso, infatti, le immagini condivise finiscono in siti pedopornografici o sono utilizzate in messaggi della stessa natura inviati poi attraverso la rete. Inoltre, l’incessante condivisione di informazioni e contenuti fornisce molti dati a eventuali malintenzionati sulle abitudini dei nostri figli e della nostra famiglia. Un rischio da non sottovalutare.