La protezione dei dati è un diritto di tutti. Non si tratta, però, di un diritto assoluto. Può, infatti essere limitato per perseguire un obiettivo di interesse pubblico e quindi proteggere diritti e libertà altrui. La pandemia dovuta alla diffusione del Coronavirus è uno di questi casi.
Il diritto alla privacy rischia seriamente di essere compromesso dall’epidemia in atto. Scuole chiuse, uffici pubblici che hanno sospeso i servizi a diretto contatto con l’utenza, mascherine, guanti e disinfettanti venduti a prezzi altissimi, cancellazione di voli e una reale mancanza di tutele sono solo alcuni degli effetti che questa situazione sta portando con sé.
Un contagio, o il pericolo del contagio, può intaccare i diritti e le libertà degli individui? La richiesta di eseguire controlli sanitari, la forte limitazione nei movimenti, i sistemi di mappatura delle persone sono, di fatto, una violazione dei diritti dei cittadini?
È chiaro che, in una situazione come quella che stiamo vivendo, avere a disposizione informazioni sanitarie che consentono di monitorare l’andamento dell’epidemia e ai cittadini di proteggersi è di fondamentale importanza.
Ma proprio per la loro strategicità, i dati personali e quelli relativi allo stato di salute e, ancor più la loro protezione, assumono un ruolo ancora più delicato. Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, ha recentemente espresso parere favorevole rispetto alla bozza di ordinanza del dipartimento della Protezione Civile relativa a “Disposizioni urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”. Di fatto, il Garante ha riconosciuto le misure previste dal dipartimento come idonee alla tutela dei dati personali, connesse allo svolgimento delle attività della Protezione Civile in questo momento sanitario estremamente delicato.
La potenziale contrapposizione tra privacy (anche nella sua declinazione digitale, ovvero protezione dati) e salute pubblica è il riflesso della più generale tensione tra libertà individuali e interessi collettivi. Una tensione che solo la democrazia può rendere equilibrio, quando non addirittura sinergia. (cit. Antonello Soro – Privacy e democrazia ai tempi della pandemia, Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali – Di Niccolò Serri, www.fondazioneleonardo-cdm.com – 24 marzo 2020).
Unica raccomandazione: che la procedura torni alla “normalità” una volta cessata l’emergenza.
COSA FARE?
In genere nulla è cambiato a livello di gestione, organizzazione, trattamento e protezione dati, fatte salve le seguenti precauzioni:
• Segnalazioni da parte del dipendente
La recente normativa d’urgenza prevede che chiunque negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato nelle zone a rischio epidemiologico, risulta obbligato a comunicarlo all’AST di riferimento, anche per il tramite del medico di base. Inoltre, il dipendente è tenuto a segnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro
• Datori di lavoro
Il Garante richiede che si astengano dal raccogliere a priori e in modo sistematico, anche attraverso richieste al singolo dipendente, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi del lavoratore stesso e/o dei suoi contatti più stretti o comunque rientranti nella sfera extra lavorativa. Il datore di lavoro è tenuto, inoltre, a comunicare agli organi competenti l’eventuale variazione di un rischio “biologico” derivante da Coronavirus per la salute sul posto di lavoro e gli altri adempimenti connessi alla sorveglianza sanitaria sui lavoratori per il tramite del medico competente, come, ad esempio, la possibilità di sottoporre a una visita straordinaria i lavoratori più esposti
SI RICORDA CHE L’ACCERTAMENTO E LA RACCOLTA DI INFORMAZIONI RELATIVE AI SINTOMI TIPICI DEL CORONAVIRUS E ALLE INFORMAZIONI SUGLI SPOSTAMENTI DI OGNI INDIVIDUO SPETTANO AGLI OPERATORI SANITARI E AL SISTEMA ATTIVATO DALLA PROTEZIONE CIVILE, CHE SONO GLI ORGANI DEPUTATI A GARANTIRE IL RISPETTO DELLE REGOLE DI SANITÀ PUBBLICA RECENTEMENTE ADOTTATE.